La viticoltura ad Arvier, Valle d’Aosta.

Il concetto “viticoltura di montagna” ci conduce direttamente alle persone che, con la loro passione, scelgono di unire verticalmente terra e cielo, sottosuolo e vento, radici e grappoli. Il lavoro di questi Vignerons ed il terroir assegnano l’identità ad un vino; un delicato equilibrio da ricercare in ogni annata in modo diverso.

Le vigne dell’Enfer (Inferno), così chiamate perché situate in un magnifico anfiteatro naturale, con piena esposizione a sud e microclima caldissimo, nonostante si trovino nell’alta Valle d’Aosta, a 800 metri sul livello del mare, sono state le prime ad esser state coltivate nel borgo di ARVIER, su suoli di origine morenica, per lo più sabbiosi, molto drenanti.

La mia visita ad Arvier si è concentrata alla cooperativa CoEnfer Arvier – Valle d’Aosta, attiva dal 1978.
I soci, circa un centinaio, conferiscono le uve dei terreni vitati che si trovano nei Comuni di Arvier e di Avise, dove si alleva principalmente Petit Rouge.

Ne ho degustato due significanti espressioni: Il “Clos de l’Enfer”, che prende il nome da un prezioso vigneto recintato in cui nasce il Petit Rouge, ad ottocento metri di altezza, destinato alla produzione della versione Superiore dell’Enfer d’Arvier; e “Digne du pape” dedicato al pontefice Giovanni Paolo II, il quale amava la Valle d’Aosta per la sua villeggiatura estiva. Per questo vino si utilizzano uve selezionate sottoposte ad appassimento.

La viticoltura ad Arvier ha origini antichissime, è infatti del 1312 il primo riferimento documentato. Ha conosciuto periodi di profonda crisi, quasi abbandonata tra la prima e seconda guerra mondiale, solo intorno agli anni Trenta, fu ripresa da alcuni volenterosi viticoltori che iniziarono a risistemare i terreni incolti e a mettere a dimora barbatelle di Petit-Rouge, particolarmente adatte al clima.

Nel 1972, l’Enfer d’Arvier ha ottenuto la denominazione di origine controllata che ne riconosce la particolarità e la qualità, definendone anche la zona di produzione.

Rachele Bernardo

Lascia un commento