
Nella decisione di partecipare al Press Tour organizzato dal Consorzio Sannio DOP hanno certamente influito le mie origini campane. Decisa a non lasciare inesplorato alcun angolo vitivinicolo di questa regione e spinta dalla curiosità di scoprire il lavoro “nascosto” dietro le affascinanti colline del Sannio, mi sporgo con riguardo sulle bellezze storiche di questi luoghi, prima di immergermi nei vini che sono stati scelti per il rating-tasting delle annate.

Il programma di visite è variegato ed accattivante, utile a redigere un report enogastronomico completo; cultura del vino, arte, storia, paesaggi vitivinicoli e convivialità: un condensato di ciò che il Terroir Sannio offre abbondantemente.
Girando per il centro storico di Benevento, i principali monumenti della città: la Rocca dei Rettori, la chiesa di Santa Sofia, l’Arco di Traiano e il Duomo, si scoprono senza fretta, assaporando la bellezza architettonica che Greci, Sanniti, Romani, Goti, Bizantini, Longobardi, Normanni, Stato Pontificio, Regno delle Due Sicilie e Stato Sabaudo hanno lasciato.

Ci soffermiamo in visita all’esempio più chiaro delle passate epoche, anche dal punto di vista politico, geografico ed economico: il Museo Diocesano, situato nella parte inferiore della Cattedrale. Vorrei rubare scatti fotografici ad ogni passo per le innumerevoli testimonianze di epoca romana, altomedievale e gotica che i miei occhi riescono ad osservare.

Il primo grazie allo staff del Consorzio Sannio DOP arriva solerte e spontaneo.
Il tour è solo all’inizio, poiché dalla parte architettonica passiamo al paesaggio vitivinicolo, che d’implicazioni storiche e sociali, ne sfocia a volontà.

La viticoltura è la prima finestra che si spalanca di fronte ad ogni sommelier o wine lover che intende acquisire le giuste conoscenze sulla coltivazione della vite e sulle tipologie di uve tipiche del territorio oggetto di studio. Avere la possibilità di toccare con mano le viti centenarie di Aglianico del Taburno, ancora magnificamente produttive, che la Cantina del Taburno alleva e custodisce con parsimonioso lavoro, non può che farmi utilizzare un aggettivo: emozionante!

Filippo Colandrea (Cantina del Taburno) ci spiega come nasce il progetto BUE APIS D.O.C.G. AGLIANICO DEL TABURNO, un vino prodotto esclusivamente con uve di Aglianico del Taburno provenienti da viti secolari prefillossera, con ceppi di oltre 250 anni di vita. Un’idea lavorativa fortemente voluta per valorizzare le straordinarie potenzialità di questo antico vitigno.
Non a caso, nei giorni successivi al press tour, il presidente di AIS Campania, Tommaso Luongo, era presente alla storica verticale organizzata dalla Cantina del Taburno per un viaggio sensoriale attraverso sei annate di Aglianico del Taburno.
“Dal BLU al BUE APIS”. Dal 2017, l’annata più recente del Bue Apis, al 1987, la prima Riserva Doc rimasta nella memoria dei cultori dell’Aglianico per la sua riconoscibile etichetta segnata dal Blu.

Intanto il nostro Sannio Press Tour continua… giungiamo a Foglianise.
Come sottrarci all’invito di ammirare il panorama sannita da un particolare punto di osservazione: l’Eremo di San Michele? Una manciata di curve ed eccolo, incastonato nel massiccio del versante meridionale del Monte Caruso. Una salita ripida che stranamente non scoraggia, ma invita il passo alla scoperta, alla sosta contemplativa e rigenerante.

La serata si conclude con l’ottima cena presso l’agriturismo “Torre a Oriente”.
Il giorno seguente inizia con il rating e tasting annate della Falanghina del Sannio DOP 2023, Aglianico del Taburno DOCG Rosato 2023 e Aglianico del Taburno DOCG Rosso e Rosso Riserva 2020.

Il Consorzio Sannio DOP ha voluto la presenza di una partecipazione tecnica (equipe di Assoenologi Campania) di 10 enologi professionisti, guidati dal presidente Di Meo: esperti di tali tipologie di vino e con conoscenza del territorio, oltre alle opinioni di professionisti dell’informazione e della comunicazione, che potessero ampliare il raggio di divulgazione di questa wine experience, costruendo una banca dati del monitoraggio qualitativo a disposizione delle aziende e dei consumatori.
I campioni, da testare alla cieca, sono:
29 di FALANGHINA DEL SANNIO DOP 2023;
7 di AGLIANICO DEL TABURNO DOCG Rosato 2023;
13 di AGLIANICO DEL TABURNO DOCG Rosso e Rosso Riserva 2020
Dalla degustazioni alla cieca dei campioni (che senza dubbio ci difende da condizionamenti provocati dalle diverse esposizioni mediatiche dei produttori) sembra emergere con più vigore la “Campania vinicola bianchista”.

Nonostante il clima capriccioso, nell’areale della Falanghina del Sannio, la raccolta è avvenuta in linea con tempi delle ultime vendemmie, con uve sane, a maggiore potenziale alcolico, morbidezza e intensità gustativa. Un ottimo giudizio, seppur non complessivo, che sottolinea la qualità raggiunta ed un profilo gustolfattivo avvincente.

I campioni di Aglianico del Taburno DOCG Rosato presi in esame, mostrano una somiglianza cromatica che si assesta sulla tonalità fiore di pesco più o meno intenso, alcuni con riflessi ramati; naso che inebria profumi di lampone ed erbe aromatiche; sorso fresco, scorrevole, caratterizzato da una buona sapidità.

Per la tipologia Aglianico del Taburno DOCG Rosso e Risso Riserva 2020, si evidenziano alcuni campioni con maggiore concentrazione, una struttura dotata di grande personalità; altri, invece, sprigionano eleganza e finezza, a testimonianza della grande versatilità espressiva che caratterizza l’Aglianico del Taburno.
La consegna dei nostri feedback potrà essere di aiuto alle aziende vitivinicole, pronte a ricevere e ad ascoltare impressioni, suggestioni, indicazioni aggiuntive, al fine di lavorare insieme per il vino e per il territorio.

Per riuscire a conoscere e apprezzare i vini del Sannio, occorre avere un maggior ventaglio di referenze coerenti con il territorio e lo spirito di chi abita questi luoghi. Uomini e donne, custodi delle cose buone della terra e della sua cultura antica.
Con questa finalità si completa la seconda parte della giornata e del tour, che ci conduce nello stabilimento della Strega Alberti, come un’immersione profonda nella sapienza dei Maestri dolciari e liquoristi: una tradizione giunta alla sesta generazione, il cui successo risiede nella capacità di conciliare l’abilità artigiana al progresso tecnologico.

Sant’Agata De’ Goti, ci attende per il gran finale; Fascino, bellezza e panorama da togliere il fiato. Dallo skyline del bellissimo borgo arroccato su uno sperone di tufo, alle cantine sotterranee dell’azienda “Mustilli”, dove la sospensione del tempo è tangibile nelle cantine ricavate nel tufo sotto il palazzo, dove sono conservati gli archivi delle annate e dove vengono lasciati a maturare una selezione dei loro vini.

Ringrazio il Consorzio del Sannio DOP per avermi coinvolto, tutti i produttori per l’accoglienza e le attenzioni che hanno avuto per noi e i miei compagni di viaggi con i quali ho condiviso belle emozioni.
Rachele Bernardo
