“Un calice di Azerbaijan”

Una carissima amica dell’Azerbaigian ha desiderato condividere con me un vino rosso della sua regione, stimolando immediatamente quella sana curiosità per un territorio che non ho ancora avuto occasione di visitare.

Regioni vinicole e varietà utilizzate
Fonte Winemag.it

E come abitualmente accade, la degustazione è diventata il motore acceso verso la scoperta di una storia di vita e di luoghi. In Azerbaijan la viticoltura e la vinificazione sono strettamente legate alla cultura della popolazione. Il lungo lavoro svolto dagli archeologi ha consentito di ricostruire parte di questa cultura millenaria, compresi tratti della vita quotidiana delle civiltà che nel tempo si sono susseguite nel territorio azero. 

Ad esempio, nelle necropoli di Leylatepe e Saritepe sono stati scoperti recipienti d’argilla per conservare il vino, a testimonianza del fatto che la vinificazione fosse conosciuta già nella tarda età del bronzo. Le condizioni favorevoli del suolo e del clima, grazie anche alla vicinanza con il Mar Caspio, hanno permesso la diffusione della viticoltura per migliaia di anni; nei secoli, la produzione del vino non si è mai interrotta, ma ha avuto un notevole incremento solo in un’epoca più recente. 

Negli anni ’70 il Governo dell’Azerbaijan ha favorito economicamente l’impianto di vigneti a quello di grano, con il risultato di una grande crescita di ettari vitati, avendo come obiettivi di mercato: la Russia, la Bielorussia e le regioni del Baltico. Anche se il proibizionismo degli anni ’80 ha inizialmente contenuto l’export.

Solo dal 1991, anno in cui il Paese ha ripristinato la sua indipendenza, sono aumentate le produzioni, riabilitati i mercati e creati di nuovi, vincendo significativi premi ai concorsi internazionali e migliorando la reputazione a livello continentale e mondiale. 

Oggi l’Azerbaijan rappresenta la principale regione produttrice di vino del Mar Caspio, i cui vigneti si distendono dalla base delle montagne del Caucaso alle pianure che circondano il fiume Kura. Il panorama ampelografico è molto ampio  tra varietà autoctone ed internazionali concentrate su quattro aree geografiche: Ganja, Qazakh, Shirvan e Gabala. Il ritorno alla degustazione del vino rosso Meysari INNABI 2019, mi consente di allargare la visione su un’azienda di giovane età: i loro primi 40 ettari di vigneto sono stati piantati solo nel 2014. 

La Shirvan Wines LLC winery, unica azienda produttrice di vini biologici in Azerbaijan, viene spesso menzionata per aver aperto una nuova pagina nello sviluppo della viticoltura, dando nuova vita alle attività agricole tradizionali locali, rinnovando ed espandendo la coltivazione e dirigendola verso metodi di agricoltura biologica. La filosofia aziendale si concentra sul  concetto “vin du producteur”, scegliendo di combinare le nuove tecnologie con l’arte ancestrale e proteggendo le peculiarità del suolo al fine di produrre vini biologici ricchi e unici nella personalità. Attualmente, la Shirvan Wines LLC. produce sei differenti vini, che sono il risultato di una curiosa miscela di uve francesi e azere. 

Meysari INNABI 2019 è un blend di varietà di uva Saparavi, Madrasa, Shirvanshahi, Cinsault, Carignan e Mourvedre. Si palesa nel calice con un profondo color rosso rubino. Naso di cassis, prugna nera e terra. Un sapore audace, lascia al palato tracce concentrate di frutti di bosco e un tocco di mineralità. Tannini presenti, ma non aggressivi. Intrigante. Ultima nota positiva riguardo la cantina, che diventerà, probabilmente, un ulteriore richiamo di visita, la presenza all’interno della proprietà del ristorante “Abgora” con un design che invita gli ospiti a rilassarsi e divertirsi connettendo cibo, vino e conversazione di fronte ai migliori piatti della cucina azera ed europea. Un primo viaggio esplorativo l’ha consentito questa esperienza degustativa, il prossimo sarà cercato e voluto dalla volontà di camminar per quelle vigne. Cosa ne dite? 

Rachele Bernardo 

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