La descrizione di luoghi vissuti porta con sé un universo simbolico ed emozioni legate alla storia del posto che lo rendono speciale ai nostri occhi.
Ecco una visione d’insieme di “Château du
Haut-Koenigsbourg”, una meta a cui ho dedicato più di una visita durante gli anni di vita a Strasbourg…

Sulla cima del monte Stophanberch, in Alsazia, nel comune di Orschwiller presso Sélestat e Saint-Hippolyte, si erge questo imponente Château, testimone costante dei conflitti europei e delle rivalità tra signori, re ed imperatori fin dalla sua costruzione nel XII secolo. Una fortezza distrutta e ricostruita più volte: il castello odierno è stato restaurato nel primo novecento ed ha mantenuto il primo aspetto di roccaforte medioevale grazie alle doppie mura, al torrione, ai bastioni e al suo cortile d’onore.

Le prime notizie del castello costruito dagli Hohenstaufen risalgono al 1147.
“Castrum Estuphin”, questo era il suo primo nome, si ergeva in alto sopra la pianura alsaziana ad un’altitudine di oltre 700 metri; la posizione su un promontorio roccioso era l’ideale per osservare le strade principali della regione ed anche un punto di ritirata strategica.

Si trovava all’incrocio di importanti vie commerciali: del grano e del vino (la route des vins) e dell’argento e del sale. La fortezza cambiò nome in Koenigsburg (castello reale) intorno al 1157 e poi ceduto dagli Asburgo ai Tierstein dopo la sua distruzione nel 1462.
Fu ricostruito ed ampliato con l’aggiunta di un sistema difensivo atto a resistere al fuoco dell’artiglieria, ma tali lavori di fortificazione non furono sufficienti a tenere a bada l’artiglieria svedese durante la Guerra dei Trent’anni e le difese di Haut-Koenigsbourg furono invase. Assediato, saccheggiato e infine raso al suolo nel 1633, il castello rimase abbandonato per duecento anni.

Le sue rovine furono classificate come monumento storico nel 1862 e acquistate dalla vicina città di Sélestat. Fu così deciso un progetto di ripristino partendo dal consolidamento dei ruderi. L’architetto Winkler elaborò un ambizioso piano di ricostruzione che non sarebbe mai stato realizzato poiché la città non aveva i mezzi per finanziarlo.
Quando la regione dell’Alsazia fu annessa alla Germania nel 1871, Sélestat offrì le maestose rovine del castello al Kaiser Guglielmo II, il quale ansioso di sottolineare il fatto che l’Alsazia era ancora una volta un territorio tedesco, vide nel castello un ulteriore simbolo del suo impero. Egli decise di intraprendere un restauro completo affidando il progetto all’architetto Bodo Ebhardt, un esperto di fortificazioni e studioso del medioevo.
Alla firma del Trattato di Versailles nel 1919, l’Haut-Koenigsbourg fu consegnato al governo francese e insignito dello status di Palazzo Nazionale. Ancora vennero eseguiti lavori di restauro su questo monumento nel corso del XX secolo, ma furono motivo di forte controversia durante un periodo di fluttuanti relazioni franco-tedesche, fino a quando l’edificio fu classificato come monumento storico.

La struttura del castello dà un’idea precisa di come fosse una fortezza di montagna nel Medioevo… accogliente è il cortile inferiore con la sua locanda, la bottega del fabbro e il mulino, fino alla scala a chiocciola che conduce direttamente alla residenza arredata, in un’atmosfera ricca di storia.
L’Haut-Koenigsbourg ha sicuramente conquistato la sua straordinaria reputazione.
È piacevole visitarlo in ogni stagione, anche quando è ricoperto di neve. Particolarmente bella la passeggiata nel giardino medievale, dove vengono coltivate piante aromatiche e ortaggi, insieme a piante medicinali i cui benefici sono riconosciuti da secoli.

Durante la visita ai giardini del castello si possono conoscere antiche tecniche agricole, la terra è stata coltivata qui fin dall’epoca romana. La terra, ma anche le vigne! Orschwiller, la città in cui si trova il castello, ha uno dei Grands Crus alsaziani e un AOC Alsace Coteaux du Haut-Kœnigsbourg.
Il Grand Cru Praelatenberg simboleggia meravigliosamente il terroir e gli uomini della zona vinicola alsaziana. Si trova al centro geografico dell’Alsazia, segnando il confine meridionale con il dipartimento del Basso Reno. Qui si mescolano le faglie dei Vosgi e della Renania, la catena montuosa dei Vosgi è a diretto contatto con la pianura alsaziana. I monaci coltivavano la vite a Orschwiller e producevano vino dal IX secolo; sfortunatamente, i colpi di scena della storia hanno fatto sì che il vigneto alsaziano fosse abbandonato. Solo nel 1960, grazie al lavoro dei viticoltori di Orschwiller, il vigneto è rinato e riconosciuto nel 1992 come Praelatenberg Grand Cru (Collina del Prelato) rendendo omaggio ai monaci vignaioli che avevano coltivato queste colline di granito e gneiss.
La natura tardiva di questo Grand Cru lo rende un terroir particolarmente favorevole alla grande maturazione fisiologica del Riesling. Nonostante una topografia molto soleggiata a causa delle pendenze, della composizione del suolo e dell’esposizione dei cru, l’evoluzione delle uve è lenta e le vendemmie spesso tardive.

Ogni mio “ritorno in Alsazia” lascia nei miei occhi magici ricordi: i colori e la luce che li penetra, percorrendone le strade, è davvero ineguagliabile.
Bernardo Rachele
