MILLE ANNI DI STORIA DEI MIGLIORI VINI DELL’ETNA

Un libro che affascina sin dalle prime pagine

I Baroni Spitaleri, continuatori dell’ordine Ospitaliero nella produzione del vino di qualità sull’Etna.

Felice I Barone di Solicchiata trasse dal “Traitè sur la vigne” di Chaptal preziosi insegnamenti nell’apprendere la tecnica francese per migliorare i vini della casa vinicola (…il proprietario istruito dirige egli stesso i suoi lavori campestri e fissa l’osservazione sul prodotto delle sue terre. La legge della vegetazione gli insegna di moderare il vigore della vite per ottenere un vino più vigoroso, egli sceglie il terreno più vantaggioso e le migliori piante; aspetta la perfetta maturità dei grappoli ed il tempo favorevole alla vendemmia. La chimica gli fa conoscere gli elementi del vino, la maniera di dirigerne la fermentazione, i mezzi per correggerne i difetti e di prevenirne la perdita.)

Egli aveva cominciato ad applicare i segreti della tecnica francese ai suoi vini dell’Etna perfezionandoli; aveva intuito che non c’era più futuro per il vino sfuso dell’Etna, che bisognava seguire la via dell’esportazione in bottiglia, producendo vini fermi, secchi, più longevi e navigabili.

La sua convinzione: sull’Etna si potevano produrre tutti i vini alla maniera francese, dai rossi ai cognac e sfruttando l’altezza, i climi più freschi, anche i bianchi secchi e perfino il bianco di champagne.

Nel 1860 presenta al Re Vittorio Emanuele II i suoi progetti, con la convinzione che sui terreni vulcanici dell’Etna potesse aver inizio il progresso enologico del Regno d’Italia ed il Risorgimento vitivinicolo italiano.

Comincia ad importare dalla Francia i migliori vitigni di Bordeaux, di Borgogna, dell’Alsazia, per impiantarli sui terreni vulcanici, fare sperimentazioni a varie altezze per individuare il vitigno di qualità più adatto all’Etna: “il vitigno giusto al posto giusto”. Individuò tra i suoi possedimenti, il feudo della Solicchiata: quei terreni lavici dove le erbe aromatiche avevano un profumo più intenso e dove anche il suo futuro vino sarebbe stato più profumato e più fine.

Fece costruire e piantare a vite i primi terrazzamenti recintati da muri e portali di pietra. (Dal libro “Mille anni di Storia dei migliori vini dell’Etna”-Arnaldo Spitaleri di Murgia) Castello Solicchiata

Rachele Bernardo

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