LO STORICO CARNEVALE DI IVREA

La storia insegna come dal ricordo di un antico trionfo se ne auspicano dei nuovi…
è proprio da un tale augurio nacque l’idea di un carro della libertà, che nella sua struttura e ricchezza, potesse rammentare quanta gioia e quanta ebbrezza di trionfo vi fosse nella vittoria di un popolo sopra il suo oppressore.

Un corteo di cavalieri, di armigeri e trombettieri sfila, in occasione del Carnevale, fra quelle mura che furono riconquistate mentre l’anima del popolo viene simboleggiata da una donna, la mugnaia della tradizione. Ella siede sopra un leone domato, espressione della prepotenza feudale che si piega sotto la vera potenza, il volere e la forza del popolo.

Lo storico Carnevale di Ivrea è un evento unico in cui storia e leggenda si intrecciano per dar vita a una grande festa popolare, dal forte valore simbolico. Anche se viene ricordato per la spettacolare Battaglia delle arance che si svolge per tre giorni nelle principali piazze cittadine, esso comprende un cerimoniale rigido, custode della tradizione. Difatti è stato riconosciuto manifestazione italiana di rilevanza internazionale.

Il Corteo Storico che sfila per le strade d’Ivrea è popolato da svariati personaggi di epoche differenti che diventano protagonisti in momenti diversi, in primis la Mugnaia: l’eroina elevata a simbolo della libertà conquistata dal popolo contro il tiranno feudale, opponendosi alle sue attenzioni e sottraendosi con coraggio al “jus primae noctis” imposto alle giovani spose.
Durante la sfilata storica, la Mugnaia eletta dagli eporediesi, è accompagnata dal Generale, dalla sua scorta e dal corteo storico.
Oltre al Generale, sfilano: il Sostituto Gran Cancelliere, il Magnifico Podestà garante della libertà cittadina, gli Alfieri con le bandiere dei cinque rioni, rappresentati dagli Abbà, la banda di Pifferi e Tamburi.

LA BATTAGLIA DELLE ARANCE è l’elemento più spettacolare del Carnevale, quello che meglio rappresenta la rivolta del popolo (gli aranceri a piedi) contro le armate del tiranno (gli aranceri sui carri). Per tre pomeriggi (dalla Domenica al Martedì Grasso) le squadre a piedi, senza alcuna protezione, combattono contro gli aranceri sui carri, protetti da caschi di cuoio (“maschere”).
Nove sono le squadre che occupano le piazze prestabilite, gli Asso di Picche è la prima nata nel 1947; nel tempo si sono aggiunte: la Morte, gli Scacchi, gli Scorpioni d’Arduino, i Tuchini del Borghetto, la Pantera Nera, i Diavoli, i Mercenari e i Credendari. La battaglia è intrisa di ardore e rispetto, nessuno risparmia le sue forze pur riconoscendo la bravura dell’avversario. Ogni dettaglio è preso in esame, dalla correttezza del tiro alla qualità dei finimenti dei cavalli, tutto concorre a definire le classifiche finali.

Allo Storico Carnevale d’Ivrea appartengono anche alcune tradizioni gastronomiche. Le domeniche precedenti al Carnevale e durante i giorni clou di festa si svolgono le “Fagiolate” nei rioni della città. Si risale al Medioevo, quando i fagioli erano distribuiti ai poveri dalle Confraternite eporediesi. Ancora oggi le Fagiolate vengono preparate all’interno di pentoloni di rame con cotenne, cotechini, zamponi, ossa di maiale, lardo e cipolle.
A chiudere il Carnevale è invece la Polenta e Merluzzo: il mercoledì delle Ceneri gli eporediesi si radunano in piazza Lamarmora per gustare questo piatto della tradizione preparato dal Comitato della Croazia da oltre 70 anni.

Da Giovedì Grasso scatta l’obbligo di calzare il Berretto Frigio. Chi non lo indossa nei giorni e nelle zone della battaglia può essere colpito dagli aranceri. Meglio sempre rispettare le regole e dunque ho indossato anch’io il Berretto Frigio per evitare spiacevoli inconvenienti e sentirmi partecipe del Carnevale d’Ivrea.

Grazie a Domenico Tappero Merlo, sua moglie Norma, Maria Aprile e Giampaolo Verga per avermi fatto respirare una delle tradizioni più sentite.
Non è stato solo uno spettacolo da ammirare, ma una condivisione di stato d’animo e racconti di storia. Ho vissuto belle emozioni.

Rachele Bernardo

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