“Il tempo delle rose”

Le rose: le regine dei giardini.

Come non assecondare questa definizione?! Appariscenti o meno, si fanno notare per la loro bellezza ed ammaliano con i loro profumi, tanto da essere coltivate in ogni giardino; in forma esclusiva, creano roseti incantati.

Sono un mix di forza e fragilità, dolcezza e vigore. Facilmente attaccabili da parassiti, hanno bisogno di tanta cura, ma sanno essere generose e quasi riconoscenti con tutta la loro bellezza.

La rosa combatte e non si arrende!

L’utilizzo di questa pianta a scopo ornamentale è molto antico. Nacque in due continenti diversi: la Cina ed il mondo occidentale. Nel 500 a.C. in Cina, Confucio faceva riferimento alle rose che crescevano nei giardini dell’imperatore, il quale custodiva nella sua biblioteca centinaia di libri ad esse dedicati. Da fossili rinvenuti in Asia, Europa e Stati Uniti risalenti a milioni di anni fa, si può dire che la rosa diede il benvenuto all’uomo sulla terra e che fu il primo fiore apprezzato dagli uomini primitivi.

Nel mondo occidentale le rose venivano coltivate sin dai tempi delle civiltà della Mesopotamia per estrarne il profumo e per cerimonie solenni; nelle tombe dei reali Sumeri sono state ritrovate diverse scritte riguardanti le rose. Fenici, Greci e Romani conoscevano e praticavano tali coltivazioni e ne trasmisero l’utilizzo ornamentale in tutto il Mediterraneo.

Nell’antica Roma era molto diffuso l’uso delle rose per decorare i giardini, al punto tale che Orazio denunciava come il governo romano consentisse di impiegare il terreno agricolo per la loro coltivazione. Pompei ed Ercolano custodiscono ancora vari affreschi che mostrano giardini con fontane circondate da rose oppure colonne coperte da rose rampicanti.

I primi roseti, però, nacquero nei conventi perché considerati luoghi di meditazione, contemplazione e simbolo del Paradiso terrestre. I monaci Benedettini in particolare, si dedicavano alla cura delle rose coltivandole anche per scopi medicinali.

Nel 1500, sorsero in Europa, numerosi giardini botanici; si allargò così la pratica del collezionismo e vennero eseguiti i primi innesti. L’impulso definitivo per la creazione delle rose moderne giunse con l’importazione di alcune varietà dalla Cina (Rosa Adorata) e dall’America del nord (Rosa Noisette); in seguito arrivarono semi di rose dalle isole Reunion che diedero il via alla vasta produzione di ibridi.

Le smisurata quantità di rose esistenti, tra specie e varietà, vengono suddivise in tre grandi gruppi: Rose Botaniche, Rose Antiche e Rose Moderne.

Le Botaniche, dette anche Selvatiche, sono le rose spontanee che crescono principalmente nell’emisfero settentrionale. Probabilmente sono le più antiche (in Oregon è stato rinvenuto un fossile di una foglia di rosa risalente a quaranta milioni di anni fa), se ne conoscono circa 200, ma solo poche di queste sono le progenitrici delle migliaia di rose esistenti.

Per quanto riguardo le Rose Antiche, esse sono il risultato di incroci spontanei delle rose botaniche oppure frutto delle prime sperimentazioni nel campo della ibridazione, iniziate nei primi decenni dell’Ottocento.

Invece, nella vasta categoria delle “moderne”, vengono inserite le moltissime varietà derivate dall’incrocio delle rose che gli inglesi avevano portato dalla Cina e dalle altre regioni dell’Estremo Oriente con le navi cariche di the; da ciò si pensa derivi il nome Tea, definita la progenitrice delle rose moderne.

A seconda della specie e della varietà, la rosa può avere un’altezza oscillante dai venti centimetri a molti metri, uno sviluppo a cespuglio, rampicante, strisciante, ad arbusto, a fiori grandi o piccoli ecc… Ognuna ha le sue peculiarità, le sue caratteristiche, le sue esigenze colturali.

Le rose sono coltivate anche come guardiane della vigna; fungono da vere sentinelle e vengono chiamate “piante spia” in quanto manifestano per prime i sintomi di eventuali malattie o parassiti che possono colpire la vite. Tra i molti nemici si annoverano infatti: il cosiddetto “mal bianco” (oidio) fungo che penetra negli acini d’uva, lacerandoli e favorendo l’ingresso ad altri parassiti, la muffa grigia (o botrite), oppure i ragnetti rossi e gialli della metcalfa.

Le rose, quindi, messe in testa ai filari, aiutano a monitorare e controllare lo stato di salute della pianta e del frutto, permettendo di prevenire eventuali problemi o comunque di agire tempestivamente e ridurre i danni sul raccolto. L’incontro delle rose con il vino è affascinante; nell’ambito della degustazione di un calice di vino, la presenza del profumo di rosa non passa inosservato al nostro naso. Sentori di rosa fresca o appassita si avvertono in moltissimi vini, sopratutto in quelli prodotti con uve a bacca rossa.

In ambito culinario s’impiegano petali e fiori per decorare ed insaporire i piatti, ma anche per profumare dolci, sciroppi e marmellate. Le varietà maggiormente utilizzate in cucina sono due, la rosa centifoglia muscosa e la rosa rugosa; sono rose antiche, molto rustiche, ricche di petali e molto profumate.

Non dimentichiamo che molti incroci ed ibridi di rose hanno nutrito più di altri la fantasia dei mastri profumieri; sono stati identificati più di 400 composti volatili dalle varie cultivar. Moltissimi profumi sono abilmente creati con l’utilizzo della Rosa Centifoglia originaria del Caucaso, la Rosa Odorata dello Yunnan nel sud ovest della Cina, la Rosa Damascena di Damasco. Quest’ultima in particolare, sin dall’antichità, è la più importante per la produzione di acqua di rose, essenza di rose e di altri oli essenziali nel settore dei profumi ed oggi viene coltivata soprattutto in Bulgaria.

Nell’esaminare la rosa e la sua simbologia si scopre come racchiuda in sé significati contrastanti più di ogni altro fiore. Contemporaneamente può rivelare perfezione celeste e passione terreste, tempo ed eternità… Essendo stato un fiore abbinato alle divinità femminili, è amore, vita, creazione, bellezza e verginità; al contrario, la sua rapidità nell’appassire simboleggia la morte e la sofferenza, le sue spine evocano il sangue, il martirio.

Il poeta latino Decimo Magno Ausonio associa alla rosa la fugacità della vita; in un suo idillio egli recita: “Una sola giornata comprende la vita della rosa; essa in un solo attimo congiunge la giovinezza e la vecchiaia”. Leggende e miti chiariscono che non è assolutamente un caso che la rosa venga utilizzata in occasioni romantiche, ciò scaturisce da un preciso significato sentimentale attribuitole sin dai tempi più antichi.

In Inghilterra, la rosa è apparsa poco prima della brutale guerra dei trent’anni per il trono, la guerra di Scarlet e White Rose. Sullo stemma della famiglia Lancaster era raffigurata una rosa scarlatta e sullo stemma di York quella bianca. Alla fine della Guerra dei Trent’anni, né la famiglia York né la famiglia Lancaster potevano continuare a combattere per il trono; i Tudor giunsero al potere mettendo fine al conflitto ed unirono entrambe le rose. Sulle monete, insieme al re Enrico VI, furono raffigurate rose scarlatte e bianche. Da allora, la rosa è un simbolo della dinastia reale britannica.

Storie e leggende si rincorrono riguardo questo meraviglioso fiore, una di questa narra che in principio le rose erano tutte bianche. Un giorno la dea Venere, nel correre incontro ad uno dei suoi amanti, inciampò in un cespuglio di rose le cui spine le punsero dolorosamente il piede. Le rose bagnandosi col sangue, divennero immediatamente rosse per la vergogna di aver arrecato dolore alla dea e da allora rimasero così per sempre, senza più tornare al colore naturale.

Ma la natura riserva grandi sorprese, come quella affascinante delle rosa nera di Halfeti. Rara e stagionale, questa rosa non è frutto di esperimenti di biotecnologia, ma è il risultato dell’influenza che hanno sul colore dei petali di un fiore, il terreno dal quale cresce e l’acqua che assorbe. Viene chiamata rosa nera di Halfeti perché cresce unicamente nel piccolo villaggio turco Halfeti, bagnato dal fiume Eufrate. Splendide rose nere nascono, in piccole quantità, una sola volta all’anno: la fioritura inizia in primavera con delicati petali rosso scuro (color cremisi per l’esattezza) che sul finir dell’estate diventano neri. La sua bellezza definisce il motivo per cui è anche conosciuta con il nome di Sposa Araba o Bellezza Araba.

Per chi, come me, ama la poesia e la canzone classica napoletana…

“Torna Maggio” “Na sera ‘e maggio” e “Era de maggio”sono brani poetici meravigliosamente accostati a questo mese e alla regina dei fiori.

“Nello sbocciare di maggio
il suo grande ritorno. La Rosa”

Vorrei concludere questo racconto con una frase di Roland A. Beowne:

“Non sono mai riuscito a capire se le belle persone abbiano una tendenza innata a far crescere le rose o se siano le rose nel loro crescere a rendere belle le persone.” … Nel dubbio, proverei a coltivarle.

Rachele Bernardo

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